LA TORRE DELLO ZIRO: UN LUOGO MAGICO TRA NATURA E LEGGENDA

A Scala, antico paese della Costiera Amalfitana, si trova la Torre dello Ziro, che ad oggi è tutto ciò che rimane di un castello medievale a picco sul mare. Luogo misterioso immerso nel verde e raggiungibile soltanto tramite un sentiero, è una meta cara agli appassionati di trekking e agli amanti di storie e leggende. Scopriamo insieme perché!


di Roberta Cascone

La Torre dello Ziro è il maschio dell’antico castello di Scalella a Pontone, una frazione di Scala, che domina le città di Amalfi e Atrani. Fu costruito in epoca medievale dal Ducato d’Amalfi in una posizione strategica sul golfo, che lo rese un ottimo punto di avvistamento per i Saraceni in arrivo dal mare. Ci sono ancora dubbi sulla sua origine, ma gli studiosi credono che la torre risalga al 1151, quando era ancora chiamata Rocca S. Felice, e soltanto nel 1292 prese il nome di “turris ctiri”.
Questa denominazione deriva probabilmente dalla parola araba ctiri, dal momento che la forma cilindrica della torre richiamava i tipici vasi in cui venivano conservate le olive o i cereali. Purtroppo del castello resta poco: sono visibili soltanto la torre e alcuni tratti delle mura merlate che si affacciano sulla città di Amalfi, del cui paesaggio sono ormai parte integrante.

La torre è celebre non solo per il suo valore storico e paesaggistico ma soprattutto per l’aura di mistero che la circonda: fu infatti teatro di uno dei più sanguinosi eventi del Ducato d’Amalfi nel sedicesimo secolo, ossia la tragica storia di Giovanna d’Aragona. 

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La Torre dello Ziro a Scala

Tra storia e leggenda

Giovanna d’Aragona, detta “La Pazza”, sposò molto giovane il duca d’Amalfi Alfonso Piccolomini. Ben presto rimase vedova e per amministrare il ducato ereditato dal marito ricevette l’aiuto del maggiordomo di corte, Antonio Beccadelli di Bologna, col quale iniziò una relazione clandestina e da cui ebbe tre figli. D’altra parte il fratello di Giovanna, il cardinale Luigi d’Aragona, non approvava affatto questo legame scandaloso: per questo la coppia di amanti fu costretta a fuggire, ma la fuga durò poco. Antonio fu catturato a Milano ed ucciso, mentre Giovanna fu ricondotta ad Amalfi. A questo punto, secondo la tradizione, Giovanna e i suoi tre figli furono imprigionati all’interno della torre dello Ziro, dove morirono, murati vivi. La leggenda popolare racconta che una prova concreta della tragedia è proprio la mancanza di finestre e porte nella torre, che ancora oggi è considerata un luogo sfortunato e infestato dai fantasmi. Nonostante la triste fama, la torre è anche una meta molto frequentata da chi ama i sentieri della Costiera Amalfitana: vediamo insieme come la si può raggiungere!

Un sentiero con vista

La Torre dello Ziro è raggiungibile a piedi tramite un percorso di circa tre ore di bassa difficoltà e quindi alla portata di tutti. Il punto di partenza è proprio la piazzetta di Pontone: da qui si prendono le scale di Via Fritto, e dopo circa dieci minuti ci si trova alla scalinata che conduce ad Atrani, proseguire dritto e seguire le indicazioni che portano alla torre. Lungo la strada ci sono tanti punti in cui fermarsi per osservare il panorama, ma il belvedere più straordinario è quello che sta proprio sopra la torre, da dove si possono ammirare Amalfi, Atrani e il limpido mare del golfo di Salerno. Allora, cosa aspetti? Porta con te scarpe comode ed una bottiglia d’acqua e goditi l’atmosfera misteriosa e affascinante della Torre dello Ziro!  

  •  La tragica vicenda di Giovanna d’Aragona ha ispirato molte opere letterarie fra le quali ricordiamo:
    • la tragedia “La duchessa di Amalfi” (titolo originale The Duchess of Malfi) di John Webster, uno dei capolavori del Teatro elisabettiano rappresentato per la prima volta nel 1614;
    • la tragedia “Il maggiordomo della duchessa di Amalfi” (titolo originale El mayordomo de la Duquesa de Amalfi) di Lope de Vega, rappresentata per la prima volta nel 1618.

curiosità

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