L'ANTICA ARTE DEL TOMBOLO IN COSTIERA AMALFITANA

In Costiera Amalfitana viene ancora oggi tramandata di generazione in generazione l’arte del tombolo, un modo di ricamare estremamente complesso che ha radici antichissime. Leggi per saperne di più!


di Roberta Cascone

Durante le tue passeggiate in Costiera ti sarà capitato sicuramente di vedere esposti nelle vetrine dei negozi magnifici centrini o abiti da donna decorati con pizzi e merletti. Ti sei mai chiesto come mai sono così popolari? 

Si tratta di una tradizione antichissima, le cui origini sono incerte, ma che ha trovato terreno fertile anche in Costiera Amalfitana come in tante altre città italiane. È l’arte del tombolo!
Con la parola tombolo si indica sia il merletto sia lo strumento usato per realizzarlo. Il tombolo è infatti un cuscino di forma cilindrica sul quale viene fissato un foglio col disegno da realizzare dalle mani sapienti delle artigiane. Quest’arte è una lavorazione tipicamente femminile, che le donne più anziane tramandano alle più giovani con tanta passione e pazienza. Il ricamo viene realizzato utilizzando come strumenti delle coppie di bastoncini, detti fuselli, attorno ai quali si avvolge il filo di cotone, lino o un’altra fibra.
Quello che è davvero incredibile in questa manifattura è che per le lavorazioni più complesse i fuselli da utilizzare possono essere anche un centinaio! Inoltre, a seconda della grandezza del merletto da realizzare ci possono volere anche mesi o addirittura anni. Si tratta quindi di un lavoro certosino, che richiede un’enorme pazienza, tanta concentrazione e una grande abilità.
È importante che ai giorni nostri, in cui tutto viene prodotto in serie e molto rapidamente, sopravviva ancora quest’arte. Proprio per questo la tecnica del merletto a tombolo è da salvaguardare: si tratta di una tradizione secolare nella quale valgono ancora le capacità, la creatività e la costanza, tutte qualità che nessuna macchina potrà mai replicare. Quali sono le origini del merletto a tombolo e come mai è tanto amato in Costiera Amalfitana?

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Artigiane di Positano al lavoro. Ph by authenticamalficoast.it

Storia e origine del merletto a tombolo

Come ho già accennato, le origini della tecnica del merletto a tombolo sono incerte. Gli studiosi fanno risalire i primi merletti a tombolo al 1400 in Molise. La tradizione racconta che le prime a introdurre questa arte in Italia siano state le suore spagnole del monastero benedettino di Santa Maria delle Monache ad Isernia. Man mano che l’arte si diffondeva in Italia, ogni città ha poi sviluppato e affinato la propria tecnica: è per questo che ad oggi ne esistono alcune varietà, come il pizzo di Cantù, il Punto Venezia e il pizzo al tombolo di Scanno e Pescocostanzo. In Campania il tombolo si è diffuso sempre grazie al lavoro delle monache che insegnavano la pratica alle giovani novizie. Ricordiamo in particolare la cittadina di Montefusco in provincia di Avellino, dove è possibile ammirare esempi di merletti in alcune sale del Carcere Borbonico, e Santa Paolina sempre in provincia di Avellino, dove ancora oggi si esegue la foglia d’uva, una delle forme più complicate da realizzare. Ma le località campane in cui si è diffuso il merletto a tombolo sono tante, tra cui anche Battipaglia, Pozzuoli, Portici e la nostra Positano.

Tra.Vel.Mar S.r.l.

Il tombolo in un quadro di Giuseppe Bonito

Il tombolo a Positano ieri e oggi

Nel 19° secolo Positano era già nota per la produzione della seta e del canovaccio, ossia la juta dei sacchi. Dobbiamo arrivare alla metà del ventesimo secolo per assistere alla diffusione dell’arte del merletto, grazie al lavoro delle Suore Vincenziane che cominciarono ad insegnare alle bambine questa antichissima lavorazione. Nonostante la diffusione delle industrie e la chiusura dei monasteri, l’arte del tombolo è rimasta a Positano, tramandata di generazione in generazione nelle botteghe artigiane. Più volte è stata proposta come candidata a divenire bene del patrimonio immateriale dell’UNESCO, per fare in modo che venga riconosciuta come espressione di un popolo e come arte da salvaguardare per le future generazioni.

A Positano l’arte del tombolo è sopravvissuta grazie alle donne positanesi che si sono impegnate nel tramandare questa antichissima tecnica, tra cui la signora Maria Cinque che, con il suo circolo locale, ha insegnato il ricamo su tombolo a tante giovani apprendiste. È quindi grazie alla determinazione e alla passione di queste donne che il merletto a tombolo continua ad essere una presenza costante in Costiera. Dopotutto, solo l’impegno e la caparbietà delle artigiane possono donare nuova linfa all’antica tradizione del tombolo e fare in modo che possa sopravvivere nel frettoloso ventunesimo secolo.

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  • John Steinbeck, premio Nobel per la letteratura, nel corso dei suoi viaggi in Costiera ha assistito alla lavorazione del merletto a tombolo di Positano. In merito, scrisse: "Alto sul monte, un convento si affaccia sul mare; qui le monache iniziano le bambine all’ultima arte delicata del merletto. Le bambine sono pagate, e col ricavato dei merletti si aiuta la scuola. Le dita agili delle bimbe che lavorano con centinaia di rocchetti fanno venire le vertigini, ma esse alzano la testa tranquille, e ridono e chiacchierano come se non avessero la minima consapevolezza delle loro magiche dita. Alcuni lavori sono d’incredibile bellezza. Ho visto una tovaglia, una tela di ragno intricata come un pensiero. Cinquanta ragazze vi avevano lavorato per un anno.”

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