LEGGENDE E MERAVIGLIE NASCOSTE DI SALERNO

Salerno è la porta di ingresso alla Costiera Amalfitana. Città dalla storia lunga ed articolata, è ricca di luoghi affascinanti, meno conosciuti ai più ma degni di essere valorizzati ed apprezzati per l’immenso valore storico-culturale che possiedono. Se vuoi saperne di più, continua a leggere! 


di Roberta Cascone

Quando si pensa a Salerno, viene subito in mente il lungomare Trieste e il famoso evento delle Luci d’Artista natalizie: ma in realtà la città è molto più di questo! Antica capitale del Principato di Salerno, ha ricoperto un ruolo di primaria importanza durante il Medioevo con la dominazione longobarda e quella normanna, di cui restano ancora tracce nella città moderna. Fu il duca longobardo Arechi II che ampliò e fortificò la città (il Castello di Arechi è ancora oggi visitabile) e le diede anche un forte impulso culturale e urbanistico. Proprio a quest'epoca risale anche la fondazione della Scuola Medica Salernitana, considerata la prima e più importante istituzione medica d’Europa nel Medioevo e antesignana delle università moderne. 
Salerno possiede ancora le tracce di questa fase grandiosa della sua storia: vediamo quali sono e dove si trovano!

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Salerno

Salerno longobarda

In epoca medievale il Principato di Salerno era molto vasto e comprendeva anche i territori del principato di Capua, la Calabria settentrionale e le città di Avellino e Taranto. La città dunque era la capitale del principato longobardo e lo rimase fino all’arrivo dei Normanni tra l’XI e il XII secolo. 
Ti sembrerà incredibile, ma oggi puoi ancora toccare con mano le tracce della dominazione longobarda di più di un millennio fa! Questo è possibile nel complesso monumentale di San Pietro a Corte, l’unica testimonianza archeologica di architettura palaziale longobarda. Anche questa struttura si deve ad Arechi II, che fece costruire un palazzo con una cappella proprio sui resti di un edificio di epoca romana, tra cui un frigidarium (la stanza dedicata ai bagni di acqua fredda delle terme). Nel corso dei secoli alla cappella furono aggiunti un campanile e una scalinata, mentre all’interno sono ancora visibili bifore e monofore di epoca longobarda. 
Le tracce longobarde non si limitano soltanto all’architettura, ma ve ne sono esempi anche nella pittura! Nella Chiesa di Santa Maria de Lama, infatti, vi sono antichi affreschi longobardi che risalgono al XI secolo e che costituiscono le uniche testimonianze di pittura longobarda a Salerno. In particolare, si riconoscono le figure di San Bartolomeo e Sant’Andrea, entrambi ritratti nel gesto di benedire.

San Pietro a Corte e un affresco della Chiesa di Santa Maria de Lama

Salerno normanna e il leggendario Mago Berliario

Anche la dominazione normanna ha lasciato tante tracce a Salerno: è proprio in questi anni che fu costruito il Duomo dedicato a San Matteo, bellissimo esempio di architettura romanica. Dello stesso periodo sono anche i Ponti del Diavolo e la Chiesa del Santissimo Crocifisso, entrambi legati alla figura leggendaria del Mago Barliario. Ma chi era questo “mago”?
Il suo nome era Pietro Barliario ed è realmente vissuto a Salerno nel XII secolo. Su questo personaggio, probabilmente un alchimista, si narrano tante storie e leggende: ad esempio si dice che fosse in grado di volare e che avesse rapporti con i demoni dell’inferno!
La leggenda racconta che il Mago scommise di costruire un acquedotto in una sola notte; per farlo chiese l’aiuto della corte infernale di Lucifero. Lucifero gli mandò mille diavoli in aiuto, a condizione che tutti i galli della città fossero uccisi, perché il loro canto sarebbe stato dannoso per i demoni. Barliario fece uccidere tutti i galli, ma uno sopravvisse, e all’alba questo cantò. Allora i diavoli scapparono, ma nella fuga lanciarono in mare due grandi massi, che finirono al largo di Positano, dove si trovano ancora oggi: sono proprio gli isolotti chiamati “Li Galli”! Anche l’acquedotto costruito in una notte dal Mago coi suoi diavoli è ancora visibile nel centro di Salerno: si tratta dei cosiddetti Ponti del Diavolo, un acquedotto medievale che portava l’acqua dalle colline a nord della città fino al Monastero di San Benedetto, oggi sede del Museo Archeologico Provinciale. 


Ma le leggende intorno al Mago Berliario non finiscono qui! Si narra che ad un certo punto della sua vita si pentì di tutti i suoi peccati: passò notti e giorni in penitenza di fronte ad un’immagine di un Gesù crocifisso che alla fine chinò la testa in segno di perdono. E proprio per festeggiare questo miracolo si costruì una Chiesa dedicata al Crocifisso e si istituì una fiera. La chiesa è molto bella all’interno: ha tre absidi e tre navate, separate da colonne con archi a tutto sesto e sotto l’altare ci sono affreschi del XVI-XVII secolo. Il Crocifisso ligneo della leggenda è invece esposto nel Museo Diocesano di Salerno.

I Ponti del Diavolo e "Li Galli"

I pezzi unici del Museo Diocesano di Salerno

Un altro luogo in cui ti sarà possibile ripercorrere la storia di Salerno e della Campania dal Medioevo al XVIII secolo è il Museo diocesano San Matteo. Il museo raccoglie opere d’arte di enorme interesse che negli anni ‘30 del 900 monsignor Arturo Capone individuò all’interno della sagrestia e della cappella del Tesoro della Cattedrale di Salerno. 
Il pezzo forte della collezione è sicuramente il “ciclo degli avori salernitani”: si tratta di 67 tavolette in avorio, ritrovate nella Cattedrale, che rappresentano scene del Vecchio e del Nuovo Testamento e che, grazie all’eccellente stato di conservazione, costituiscono il ciclo decorativo in avorio più importante al mondo. Pensa che alcune di queste sono conservate addirittura al Louvre di Parigi e a New York! Altri pezzi unici sono le pergamene miniate dell’Exsultet risalenti al XIII secolo e la sala di dipinti rinascimentali, tra cui quelli di Andrea Sabatini, detto Andrea da Salerno.

Tra.Vel.Mar S.r.l.

Avorio di Salerno conservato al Louvre. Ph di wikipedia.it

Salerno barocca

A poche centinaia di metri dal Duomo si trova quella che è stata giudicata come “la più bella chiesa barocca” di Salerno, ossia la Chiesa di San Giorgio. Anche se le origini del complesso sono longobarde, fu decorata al suo interno dai grandi pittori campani del XVII e XVIII secolo, tra cui Angelo e Francesco Solimena e Andrea da Salerno. Inoltre, nel corso del restauro successivo al terremoto del 1980, sono riemersi i resti di un’abside affrescata del X secolo al di sotto del pavimento attuale, resa visibile attraverso un congegno elettrico che solleva il pavimento. 

Insomma, Salerno è davvero misteriosa e ricca di sorprese! Ogni chiesa ha una sua storia, ogni angolo potrebbe rivelare un segreto: non fermarti alle apparenze, va’ alla scoperta delle bellezze più nascoste della città! Sicuramente non te ne pentirai!

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  • Lo stemma di Salerno è uno scudo sannitico, che rappresenta la figura del patrono San Matteo in alto e una serie di fasce rosse e dorate in basso.

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