CANTINE MARISA CUOMO: ANDREA FERRAIOLI E I SUOI VINI EROICI
Siamo stati a Furore, nella “Terra Furoris” per intervistare Andrea Ferraioli titolare insieme a sua moglie delle Cantine Marisa Cuomo, una delle eccellenze della Costiera Amalfitana.
di Vittoria Samaria
Una storia infinita d’amore, quella di Andrea Ferraioli e Marisa Cuomo per la propria terra, la Costiera Amalfitana, una costa tanto divina, quanto impervia e difficile da domare. Alte pareti rocciose a picco sul mare, dove nei secoli i contadini hanno eroicamente imparato a strappare alla montagna piccoli appezzamenti di terra, utilizzando “muretti a secco”, divenuti Patrimonio dell’Umanità nel 2018, e pergole “furoresi” sulle quali far arrampicare vitigni classici della zona Doc di Furore: Falanghina, Biancolella, Aglianico, Per ‘e Palumm, Ginestra, Fenile, Ripoli e Tintore.
Qui, come nelle favole, un cavaliere regala il suo feudo alla sua sposa e nasce l’azienda “Cantine Marisa Cuomo”, eccellenza della wine industry italiana, produttrice di etichette che vantano un ricco medagliere: Furore Bianco, Ravello Rosso e Bianco, Costa d’Amalfi Rosso, Rosato e Bianco e i pluripremiati Furore Rosso, Furore Rosso Riserva e Fiorduva, un bianco della categoria Vini Estremi.
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Intervista ad Andrea Ferraioli - Cantine Marisa Cuomo
Partiamo proprio da qui: “Cantine Marisa Cuomo” nasce come tuo dono di nozze a tua moglie Marisa nel 1983. In un mondo di uomini tu doni la "Gran Furore Divina Costiera", azienda paterna datata 1942 a tua moglie. Raccontaci questa storia romantica...
Proprio così, è una magnifica storia che si era persa negli anni 60/70. Dopo aver acquisito l’azienda di famiglia decido di dedicarla a mia moglie Marisa e ne dò l’annuncio, a tutti gli invitati stupefatti, il giorno del mio matrimonio.
All’epoca pochi mi capirono ma da uomo di mare sono abituato a guardare oltre l’orizzonte e oggi potrei definirmi un antesignano per quanto riguarda la parità di genere.
In 39 anni di storia di amore divino e di vini, insieme a mia moglie abbiamo ottenuto successi insperati in Italia e nel mondo intero. E non è stato per niente facile perché siamo in un territorio dal punto di vista geomorfologico svantaggiato, estremo, eroico e lavorare in un territorio per niente meccanizzato o meccanizzabile è veramente arduo.
Questo territorio così speciale entra prepotentemente nell’azienda Marisa Cuomo ma un po’ in tutte le aziende di eccellenza della Costa d’Amalfi...
La Costa d’Amalfi, per fortuna nostra, è Patrimonio Mondiale dell’Umanità dal 1997 e come tale è ricca di vincoli di vario genere a tutela del territorio.
Le aziende, sia del settore vitivinicolo che del settore agrumicolo fanno la loro parte con grande responsabilità perché con il loro instancabile lavoro si adoperano per preservarla dal dissesto, dal degrado, dagli incendi e da molti altri problemi atavici per far sì che non accada quello che invece sta accadendo in molti territori italiani.
Dove si trovano le vostre vigne? Sono tutte qui a Furore?
Dei 40 ettari di vigna che attualmente gestiamo, quasi la metà è gestita direttamente dall’azienda agricola Marisa Cuomo, una costola dell’azienda vinicola di produzione e trasformazione Marisa Cuomo. Riceviamo e trasformiamo inoltre uve da circa 62 conferitori. Nel raccogliere queste uve facciamo un’opera molto importante: salvaguardare, con il nostro modo di lavorare, l’intera area della Costiera Amalfitana.
Le uve che lavoriamo provengono da vigne di ben 10 dei 13 comuni della Costa. Mancano vigne solo ad Atrani e Maiori mentre a Positano contiamo di averle presto.
La Costa d'Amalfi è un territorio difficile ma le sue vigne sono riuscite a scampare ad attacchi microbiologici importanti. Ce ne parli?
Noi non abbiamo mai pensato di applicare la didattica viticola, estirpando e reimpiantando, e facendo una viticoltura legata al sistema di allevamento della vite a filare e la potatura a Guyot, quindi una forzatura dal punto di vista produttivo. Non abbiamo fatto altro che rispettare questa "liana" allevandola come si è sempre allevata in questi territori.
Nel non correre dietro alla didattica, dunque, abbiamo fatto un’opera importante: salvaguardare decine di vitigni che altrimenti sarebbero scomparsi a causa dell’introduzione di vitigni nazionali e internazionali.
Invece il nostro vanto è quello di custodire in un campo catalogo, istituito nel ‘95, 42 vitigni tutti di Furore: 28 a bacca bianca e 14 a bacca rossa.
La peculiarità più importante però è un’altra: - Siamo stati attenti a non distruggere e molto più attenti a preservare dal degrado, dall’abbandono, quei ceppi pre-fillossera centenari che nel nostro paese, unicità a livello mondiale, venivano coltivati a ridosso dei muretti a secco verticali e poi si adagiavano su queste strutture fatte con pali di castagno, pergole amalfitane o furoresi, dove la vite, essendo una liana, si allunga per decine di metri fino ad arrivare anche a 30 metri di vegetazione e di legna.
E oggi raccogliamo i frutti di tutto questo lavoro.
Non solo per la sua biodiversità la Costiera è unica ma anche per le persone! È stato fatto un grande recupero di manodopera. Sono stati formati i viticoltori. Come è avvenuto tutto questo?
In questo settore, trovare manodopera è impossibile. Nell’organizzare la squadra ho messo a capo un agronomo di origine amalfitana che lavora con noi da 15 anni, e a lui ho dato il compito di formare i contadini. Oggi l’età media dei miei collaboratori supera i 50 anni. Tra 10 anni potrei non avere più manodopera! Mi sono preoccupato perciò di fare una sorta di scuola viticola.
La Costiera Amalfitana non può essere meta di grandi imprenditori con la voglia di investire come in Toscana, Sicilia e altri luoghi. Chi lo fa si deve misurarsi con sé stesso ma prima di tutto con il territorio, molto difficile, che può essere utilizzato solo da chi vi è nato in questi luoghi.
Parliamo di questi vini eroici, vini estremi strappati a questi territori estremi. Sappiamo che ci sono 9 etichette e un pluripremiato.
Abbiamo 9 etichette, in due sottozone diverse: Furore e Ravello. Poi facciamo un Costa d’Amalfi che ricaviamo dalle uve di Tramonti, Cetara e Vietri sul Mare, bianchi e rossi e anche un rosato che storicamente si produceva nella mia famiglia. Lo abbiamo ripresentato circa 8 anni fa ed ha avuto molto successo. Addirittura quest’anno ha vinto in un concorso internazionale, quello di Bruxelles, e oltre a vincere la medaglia d’oro nella sua categoria, ha vinto il premio “Miglior Rosato” del concorso.
Quindi anche il rosato si sta facendo largo nella famiglia dei 9 tra i quali c’è un vino speciale. Ce ne vuoi parlare?
Il fuoriclasse è sempre il Fiorduva. Per introdurlo mi piace sempre citare una frase che è diventato un vero e proprio slogan: “Un vino appassionato che sa di roccia e di mare”. Questa frase fu pronunciata nel 2001 dal grande Gino Veronelli che nel degustare questo vino a Milano sentì riaccesi in lui ricordi del suo passato, quando nel 1965, durante una visita in Costa d’Amalfi guardava me e mia sorella fanciulli, stretti per mano a giocare felici nelle vigne.
Questo vino lo colpì perché non era il solito vino proveniente dal solito territorio e così lo descrisse in questo modo fantastico.
Cosa posso dire io del Fiorduva: Non è il miglior vino ma è un vino unico!
Dopo tanti premi, tante onorificenze e tanti riconoscimenti nazionali e internazionali, cosa c’è nel futuro di Marisa Cuomo?
In cantiere ci sono ancora tante cose da fare e da portare avanti. Diciamo che la forza della nostra azienda è proprio la mia dinamicità imprenditoriale.
Visto che l’azienda continua a crescere e noi continuiamo ad essere inclusivi nei confronti di quei contadini che vedono in noi un’opportunità, abbiamo sempre difficoltà a reperire spazi per la lavorazione del vino e per tutto ciò che deriva dalla commercializzazione. Per questo motivo nel nostro prossimo futuro c’è la costruzione di una cantina ad Agerola dove avremo l’opportunità di fare un unico centro di commercializzazione e di comunicazione.
Noi siamo per il territorio, siamo per le famiglie e questo ci viene riconosciuto. Sono felice perché in questi 39 anni, divini e di vino, con Marisa abbiamo avuto grosse soddisfazioni. Ma il raccolto più bello in tutto questo resta sempre la famiglia: i nostri figli Raffaele e Dorotea, che praticamente sono divenuti l’anima della cantina, e i nostri 5 nipotini.
Che ruolo ha Marisa Cuomo per il turismo della Costa d’Amalfi?
Abbiamo fatto qualcosa che rimarrà nella storia ma di cui soprattutto se ne avvantaggerà il territorio.
I turisti che vengono in Costa d’Amalfi restano una settimana e dopo aver peregrinato tra Capri, Pompei e il Cilento si ritagliano una giornata per assaggiare i nostri vini. Noi abbiamo arricchito l’offerta turistica offrendo un paesaggio attrezzato e una vera e propria esperienza.
Sono ormai 30 anni che facciamo enoturismo e abbiamo tanti visitatori che a volte non riusciamo nemmeno ad accogliere, perché gli spazi non sono esagerati in questo territorio.
Con la nuova cantina magari riusciremo a soddisfare la richiesta.
Grazie mille Andrea, e prosit: Ad un grandissimo futuro!
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Cantine Marisa Cuomo - Furore
Visite Guidate e Degustazioni
333 4313667
reservation@marisacuomo.comPrenotazioni: dal Lunedì al Sabato dalle 10.00 alle 17.00
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