LA PIZZA NERA DI TRAMONTI PER LA COMMEMORAZIONE DEI DEFUNTI
Il 2 novembre è il giorno della commemorazione dei morti e in Costiera Amalfitana viene celebrato con un piatto della tradizione sconosciuto ai più: la pizza nera di Tramonti.
di Roberta Cascone
Il mese di novembre si apre con la commemorazione dei cari defunti. Si tratta di una festività religiosa molto sentita al Sud Italia: in quel giorno ci si riunisce in famiglia per ricordare chi non c’è più e si va al cimitero portando fiori e lumini. Questa giornata delicata, però, viene celebrata anche in cucina, con la preparazione dei piatti della tradizione.
Nella maggior parte della Campania il protagonista della tavola del 2 novembre è il “torrone dei morti”: è un dolce a forma di parallelepipedo ricoperto di cioccolato, che ricorda una bara per colore e forma. L’interno è morbido e ripieno di frutta secca ed è tradizione regalarlo e mangiarlo per la commemorazione dei defunti. In Costiera Amalfitana, invece, il piatto tipico di questa occasione non è un dolce, bensì una pietanza salata: la pizza nera! Ma perchè si chiama così e qual è la sua storia? Continua a leggere per scoprirlo!
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La pizza nera. Foto di ilvescovado.it
La pizza nera di Tramonti
Considerato il polmone verde della Costiera Amalfitana, Tramonti è un paese dell’entroterra, incastonato, come dice il nome stesso, tra i monti. La sua fama è strettamente legata alla pizza: sono infatti migliaia i pizzaioli che nel secondo dopoguerra decisero di partire dalla città ed esportare la cultura della pizza all’estero e nel resto d’Italia.
Ed è proprio da qui che nasce la pizza nera, il piatto tipico della Costiera per la commemorazione dei morti a novembre. Il nome deriva dall’utilizzo della farina che la compone, ossia la farina integrale, che è più scura di quella normale. Viene scelta per questa ricetta proprio perchè il colore “nero” rimanda al lutto e alla morte. Ma il grano, la base della pizza, ha anche un valore positivo: simboleggia infatti la rinascita dopo la morte, dal momento che viene tagliato per essere colto e poi i suoi chicchi vengono ripiantati nella terra per dare vita ad una nuova pianta. Le origini della pizza nera sono molto antiche e questa usanza affonda le radici nel passato della Costiera Amalfitana.
Una tradizione di lunga data
In passato, l’abitudine di consumare pizza nel giorno dei defunti era collegata ad una questione di praticità e velocità. Le massaie trascorrevano la maggior parte del tempo al cimitero, facendo anche la veglia notturna per i cari defunti, e non avevano molto tempo da dedicare alla preparazione del pranzo. La pizza, quindi, era un’alternativa rapida e gustosa: la si poteva preparare in anticipo e portare con sé, per poi essere mangiata lungo il tragitto per arrivare ai cimiteri, che di norma sono situati fuori dal centro abitato dei paesi della Costiera, in zona collinare. Per strada era anche consueto vedere venditori di pizze ripiegate e avvolte nella carta, condite con sugo di pomodoro oppure con acciughe sotto sale, aglio, origano e pomodorini. Oggi, anche se la consuetudine di mangiarla lungo il tragitto per il cimitero si è persa, in Costiera è rimasta la tradizione di preparare la pizza nera per la commemorazione dei defunti il 2 novembre.
Pizze nere. Foto di amalfinews.it
Come preparare la pizza nera
Se vuoi preparare anche tu la pizza nera, avrai bisogno di questi ingredienti (per circa 8 pizze):
- 1 kg 300 gr di farina 00
- 700 gr di farina integrale
- 40 gr di sale
- 1 litro d’acqua
- 10 gr di lievito di birra
- 100 gr di olio Evo.
Lascia lievitare l’impasto per circa due ore, dopodiché dividilo in due metà, che stenderai nelle classiche teglie rettangolari leggermente unte.
Condisci con alici di Cetara sotto sale, aglio, origano, olio d’oliva e pomodorini. Infine inforna la pizza a forno statico preriscaldato a 180/200 gradi, e cuocila per circa 30 minuti.
Foto di positanonews.it
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- L’impasto integrale viene utilizzato anche per i tipici “vascuotti di grano”, ossia il pane biscottato che viene immerso nell’acqua e poi condito con olio e pomodorini freschi.